Il senso del teatro in tempi di pandemia

Parole d'Attore


IL SENSO DEL TEATRO IN TEMPI DI PANDEMIA

di Elena Benedetta Mangola


Leggendo un testo di Rudolf Laban “L’arte del movimento” mi sono imbattuta in questa frase:

Dietro la cooperazione tra pubblico e attore c’è più del divertimento di osservare la miseria umana o la follia dell’uomo con un occhio che ride e l’altro che piange. Il teatro non riflette solo il mondo quotidiano delle nostre sofferenze e delle nostre gioie. Il teatro offre uno spaccato del laboratorio in cui si forgia la capacità umana di riflettere e agire”.

Questa semplice frase in questi tempi difficili, mi ha confortata.

Siamo ormai da più di un anno classificati come bene di cui si può fare a meno, non siamo di prima necessità. E allora ti fai delle domande, inizi a chiederti che senso ha fare teatro? E imperterrita vai avanti, cerchi degli spiragli di luce e quando questi arrivano, immediatamente qualcuno chiude la porta e tu ritorni al buio. Fare del teatro la tua vita significa entrare in un mondo parallelo, in un altro tempo, in un altro spazio in cui i rumori del mondo reale arrivano come attutiti. Anche se tu lavori per segnarlo, per inciderlo, quel mondo là fuori. Che ti aspetta con la sua bocca spalancata, i suoi colori vivaci, la sua parlantina veloce e implacabile che può dire sì o no.

E allora, come Alice con il biscotto, quel mondo là fuori lo morsichi a pezzettini, ogni tanto, ma poi hai bisogno di rifugiarti di nuovo nel tuo mondo: quello delle luci soffuse, delle storie, dei grandi personaggi, della musica da ballare, del legno da lavorare e da dipingere. Quel mondo da cui continuamente nascono altri mondi.

Il teatro è una sorta di buco della serratura da cui si possono intravedere storie nuove, mai viste o già sentite, ma raccontate in un modo diverso.

Teatro è dire: questa cosa non la sapevo.

Teatro è incuriosire e travolgere l’altro con continue nuove domande.

Teatro è conoscenza, stupore e illusione.

Teatro è anche sudore, devozione, umiltà.

Fare teatro significa imparare continuamente dai propri errori, da altri, da ciò che prima non si sapeva e improvvisamente si apprende.

Teatro è continuare a mettersi in gioco, spronarsi; è schegge nelle dita e sudore sulla fronte; è un nuovo costume da abitare e una nuova maschera da far parlare.

Teatro è vita e allora, in un periodo in cui la morte quotidianamente fa notizia, come possiamo fare a meno del teatro?